“Eyes”: un corto che punta il dito sulla piaga sociale dell’indifferenza

Maria Laura Moraci regista e sceneggiatrice dell'opera di finzione in ricordo del 22enne Niccolò Ciatti

Un cortometraggio scritto e diretto da Maria Laura Moraci. Con Adriana Papana, Sara Budoni, Franscesca Aledda, Maria Laura Moraci, Alessandro Frontino, Elisa Fois, Sara Schifani, Francesco Vesprini e Griscelly Kathina. Da un’idea di Elisa Fois, Francesca Aledda e Maria Laura Moraci.

Cortometraggio di finzione dedicato alla memoria di Niccolò Ciatti. Al centro la patologica indifferenza collettiva che affligge la nostra società e che ci spinge a guardare sempre altrove da dove c’è reale sofferenza o bisogno di aiuto. Una condanna alla frenesia quotidiana. Personaggi di diversa età e classe sociale aspettano alla fermata di un autobus, fino a quando non accade qualcosa di tragico. Gli attori recitano con gli occhi chiusi per questa forte critica alla società divenuta incline alla violenza, all’inerzia e al consumismo.

 

Non ragioniam di lor / ma guarda e passa.
– Canto III, Inferno, Divina Commedia

Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla. – Albert Einstein

La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso  morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. – Paolo Borsellino

Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, è l’indifferenza dei buoni. – Martin Luther King

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti. – Antonio Gramsci

Ho preferito che fossero le parole di uomini illustri a introdurre il tema dell’indifferenza divenuta una vera e propria piaga nella nostra società, che è al centro del cortometraggio “Eyes” scritto e diretto da Maria Laura Moraci.

Oggi prendere una posizione, difendere un’idea, schierarsi sembrano diventate imprese fuori portata. Per la maggioranza delle persone è più facile, meno impegnativo e rischioso, seguire la massa, fare la pecora all’interno di un gregge, non distinguersi in alcun modo.

Era il 14 agosto 2017 quando il 22enne fiorentino Niccolò Ciatti venne picchiato a morte da un gruppo di ceceni in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Delle decine di testimoni, nessuno è intervenuto. Qualcuno, però, ha pensato bene di girare un video del pestaggio da postare online.

L’immagine che della nostra società – e dei giovani – emerge da questo fatto di cronaca è desolante. Fortunatamente ci sono anche le voci fuori dal coro, come quella della 24enne regista Maria Laura Moraci, che alla memoria di Niccolò ha voluto dedicare il suo cortometraggio.

“Eyes” racconta con uno stile semplice, diretto ed efficace come l’indifferenza colpisca tutti in egual misura, senza distinzione di sesso, classe sociale o età, rendendo le persone cieche e sorde a qualsiasi grido d’aiuto.

È quanto mai significativo a livello narrativo che il corto inizi con una giovane donna costretta a prostituirsi per vivere e mantenere un figlio, che una volta terminato il proprio “turno” corre alla fermata dell’autobus per tornare a casa.

La fermata del bus è la magistrale metafora delle contraddizioni insite nella nostra società, dove ognuno è preso da se stesso e si nutre di pregiudizi e intolleranza nei confronti del prossimo. Ci consideriamo molto social, ma in realtà sembriamo più autistici: non vediamo, non ascoltiamo, persi dietro a un like mancato o a una condivisione di più.

Nonostante qualche limite strutturale e registico, il corto riesce, per merito anche del giovane e intenso cast, a trasmettere pienamente lo stato di consapevole impotenza che regna dentro ognuno di noi oggi. La fotografia del maestro Daniele Ciprì e un’avvolgente e azzeccata colonna sonora contribuiscono a innalzare la qualità del prodotto.

“Eyes” è un corto necessario, da vedere e rivedere soprattutto per i giovani, perché solo attraverso l’impegno e l’azione l’Italia potrà avere speranze di uscire una buona volta da questa impasse.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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