Un film di Chad Chenouga. Con Khaled Alouach, Yolande Moreau, Jisca Kalvanda, Lea Rougeron. Drammatico, 97’. Francia, 2017

 

Per molti adolescenti accanto alla vita reale spesso avara di soddisfazioni – tra problemi scolastici, rapporti conflittuali con la famiglia, i coetanei e in generale con il mondo – ne esiste un’altra, immaginaria.

Ma che succede se le fantasticherie su un’esistenza alternativa dove sei popolare, la tua ragazza è la più bella di tutte e non hai problemi di soldi portano a costruire un castello di bugie articolate e creative? Si può vivere una doppia vita, senza essere scoperti?

Do it right” di Chad Chenouga – presentato in concorso nella sezione Generator +16 del Giffoni Film Festival – ci porta nel mondo apparentemente sereno e spensierato di Nassim (Alouach), che frequenta un liceo parigino dall’ottima reputazione e sembra essere perfettamente integrato con i compagni.

Nessuno sospetta che la sua realtà familiare sia assai difficile: il padre infatti non c’è mai stato, e la madre è una tossicodipendente gravemente depressa.

Al rientro da un fine settimana con gli amici, durante il quale ha ignorato le chiamate della donna, Nassim la trova morta e da qui in avanti per lui inizia un incubo. Non avendo rapporti con i parenti, rifiuta il loro aiuto e preferisce essere affidato ai servizi sociali e mandato a vivere nella casa famiglia di Madame Cousin (Moreau).

La nuova condizione è vissuta con imbarazzo, nel costante timore che i ricchi compagni di scuola la scoprano. Nassim rifiuta di essere assimilato ai ragazzi del centro, e sogna ad occhi aperti di far parte a tutti gli effetti dell’altro mondo.

Come un acrobata su di un filo, rimane sospeso tra le sue due vite, determinato a mantenerle separate. Ma nonostante gli sforzi, il muro di bugie che ha costruito va sgretolandosi e presto si ritrova a pensare e comportarsi esattamente come gli altri ragazzi della casa famiglia, spingendosi ai limiti della legalità.

Yolande Moreau in una scena del film. Do it right (2017)

“Do it right” è in gran parte ispirato alla vita del regista, che rimasto orfano di madre quando era ancora adolescente ha vissuto per un periodo in una casa famiglia.

Partendo da questo dolorosa esperienza personale, Chenouga ha portato sul grande schermo una storia tosta, sincera, semplice, quanto mai credibile nella struttura narrativa, nella costruzione dei personaggi e nell’elaborazione dei pochi ma incisivi dialoghi.

Un film che evoca, per stile registico e profondità, un grande del calibro di Ken Loach, spostando però il focus nel mondo adolescenziale.

Khaled Alouach si dimostra l’attore giusto per dare a questa storia che parla di dolore e ricerca della propria dimensione un quid in più, rendendo, con la sua performance vibrante e talentuosa, la visione coinvolgente fino all’ultimo fotogramma.

Meritano una menzione anche le interpretazioni di Yolande Moreau, direttrice della casa famiglia, e Jisica Kalvanda nel ruolo di Zadwy, una tenace e brillante studentessa di Medicina che nonostante la sua condizione di partenza svantaggiata lotta con tutta se stessa per garantirsi un futuro migliore.

“Do it right”, con il suo finale malinconico e in parte amaro, trasmette allo spettatore la consapevolezza che la vita possa cambiare radicalmente da un momento all’altro. Eppure, in ultima analisi, siamo sempre noi gli artefici del nostro destino.

 

Il biglietto da acquistare per “Do it right” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre. 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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