“The Circle”: quando la privacy del mondo è insidiata da un social

Emma Watson e Tom Hanks in un thriller con una buona idea di base ma una riuscita scarsa

Un film di James Ponsoldt. Con Tom Hanks, Emma Watson, John Boyega, Karen Gillan, Ellar Coltrane, Patton Oswalt. Thriller, 110’. USA, Emirati Arabi Uniti 2017

Basato sul best-seller di Dave Eggers “Il Cerchio”

 

Il Grande Fratello, la cui prima edizione italiana risale al 2000, ha cambiato le aspettative dello spettatore italiano medio, inaugurando la stagione del voyeurismo televisivo sfrenato.

Pochi anni dopo, Mark Zuckeberg ha lanciato un social network che rende legale farsi gli affari altrui, e non è stato che il primo di una lunga serie.

Già George Orwell, quando nel 1948 scrisse il suo romanzo distopico “1984”, aveva colto la pericolosità di un mondo dove la luce rossa delle telecamere non si spegne mai, dove siamo tutti costantemente tenuti sotto tiro.

La domanda che davvero dovremmo porci è: nel 2017, con un numero sempre più alto di social network e tecnologie varie che permettono di condividere le nostre vite ed essere sempre in diretta, come se fossimo in TV, ha ancora un senso e soprattutto un valore la parola “privacy”?

Non ho avuto modo di leggere il best-sellerIl Cerchio” di Dave Eggers su cui è basato l’omonimo film di James Ponsoldt, ma dando un’occhiata al materiale stampa prima della proiezione mi ero già fatto l’idea che la pellicola non sarebbe stata una novità assoluta.

“The Circle”, in effetti, è una versione 2.0 riveduta ed esasperata di altre pellicole che hanno raccontato con successo ed efficacia il lato lato della modernità – per citarne solo alcune “The Truman show” di Peter Weir, “The Social Network” di David Fincher e “TV” di Ron Howard.

Gli sceneggiatori in questo caso hanno fatto però un passo in più, immaginando un futuro non troppo lontano in cui la nostra società è diventata davvero dipendente da un social network, The Circle, appunto.

L’azienda fondata da Eamon Bailey (Hanks) si pone l’obiettivo di chiudere il cerchio, creando una community completamente trasparente dove tutte le esperienze vengono condivise.

Lavorarci è il sogno di tutti, inclusa Mae (Watson), giovane impiegata in un call center. Quando la ragazza, grazie all’aiuto dell’amica Annie (Gillian), riesce a ottenere un impiego abbraccia completamente la filosofia di The Circle e del suo fondatore, al punto da offrirsi volontaria per un nuovo e inquietante progetto: essere trasparente per tutti.

La privacy viene considerata una forma di egoismo, che permette all’uomo di avere segreti e quindi di poter compiere crimini. Di contro, essere osservati 24 ore al giorno è l’unico modo per diventare persone migliori.

Portando alle estreme conseguenze questo principio, Mae propone a un entusiasta Eamon di rendere The Circle uno strumento di coercizione nazionale, così che ogni Stato possa imporre ai propri cittadini la partecipazione alla vita comunitaria e politica per realizzare la partecipazione totale.

È questo il punto di svolta drammaturgico e morale del film, e soprattutto quello che lo contraddistingue dai più o meno simili precedenti.

Per quanto la provocazione sia potenzialmente interessante, lo sviluppo della stessa risulta poco lineare e poco approfondito, e il climax che ne consegue assai frettoloso e poco credibile.

Si ha la sensazione che gli autori abbiano avuto tra le mani una buona idea ma che non siano stati capaci di svilupparla al meglio. La cornice storica convince abbastanza, ma i personaggi risultano scialbi, solo accennati.

La sceneggiatura risulta priva di una profondità e incisività drammaturgica, pur avendo il merito di porre domande interessanti e attuali e di spingere alla riflessione lo spettatore.

“The Circle” è un film dal ritmo abbastanza compassato e con un pathos narrativo altalenante, in cui si può apprezzare la volitiva e appassionata performance di Emma Watson, che comunque dimostra di non riuscire ancora, da sola, a reggere il peso di una pellicola intera.

Tom Hanks, seppure confinato nel ruolo di spalla della Watson, conferma tutto il suo talento, personalità ed esperienza. Forse sarebbe stato più opportuno dare maggiore spazio al suo personaggio, per dare forza e peso alla storia e incisività al film.

Il finale, magari eccessivamente ottimista e retorico, comunque piace e l’idea che nessuno possa permettersi di disporre dei dati sensibili altrui e usarli per il suo tornaconto fa ben sperare.

 

Il biglietto da acquistare per “The Circle” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio (con riserva); 4)Ridotto; 5)Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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