“Charley Thompson”: la storia di un’insolita amicizia americana

Andrew Haigh dirige un dramma dove brilla il giovane attore Charlie Plummer, premiato a Venezia 74

Un film di Andrew Haigh. Con Charlie Plummer, Travis Fimmel, Steve Zahn, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Thomas Mann, Amy Seimetz. Drammatico, 121’. Gran Bretagna, 2017

Tratto dal romanzo “La ballata di Charley Thompson” di Willy Vlautin

Charlie è un adolescente che non ha mai conosciuto sua madre e che vive con il padre. Poco distante dalla loro nuova abitazione scopre la presenza di un maneggio ed entra in contatto con Del Montgomery, un non più giovane proprietario e allenatore di cavalli che fa correre ovunque sia possibile guadagnare qualcosa. Charlie diventa il suo aiutante e si affezione a un cavallo, Lean On Pete, veloce nella corsa ma progressivamente affetto da disturbi che spingono Del a venderlo perché venga soppresso. Charlie non può accettare passivamente questa decisione.

 

Fino a oggi se aveste voluto indicare una persona sfortunata, colpita a più riprese dal crudele destino attraverso un personaggio letterario probabilmente avreste l’avreste paragonata alla piccola fiammiferaia o di David Copperfield.

Ebbene, cari lettori, da oggi siete autorizzati a fare anche una dotta citazione cinematografica, usando il nome di Charlie Thompson, protagonista del film omonimo di Andrew Haigh, presentato in concorso a Venezia 74.

Se sul piano tecnico e visivo la pellicola rientra nel genere road movie, analizzando con attenzione la sceneggiatura si nota come l’obiettivo fosse raccontare un viaggio interiore, scandito da una discesa continua e feroce verso la sofferenza, il dolore e l’abbrutimento.

“Charley Thompson” può anche essere visto come una versione 2.0 di “Into the Wild” e “Wild”, solo che in questo caso il protagonista non cerca risposte o nuovi stimoli in Madre Natura, semmai vi trova ostacoli e difficoltà, anche se mai veramente pericolosi.

Il maggiore limite della pellicola è di perdere via via la sua identità, confondendo lo spettatore su quale sia il suo vero messaggio. Gli sceneggiatori hanno voluto mettere un po’ troppa carne al fuoco, spaziando nei temi dal rapporto padre/figlio all’amicizia uomo/animale fino alla maturazione attraverso la sofferenza, non riuscendo però a legare il tutto in maniera convincente.

Il film conferma il talento e le potenzialità di Andrew Haigh come regista, e la sua spiccata sensibilità nel raccontare i sentimenti e l’anima dell’uomo, evidenziando però ancora limiti ed errori dovuti all’età, che sicuramente col tempo spariranno.

Il giovane protagonista, Charlie Plummer, si rivela una piacevole sorpresa, dimostrando talento, personalità e grinta nel reggere sulle proprie spalle il peso dell’intero film, senza mostrare indecisioni o sbandamenti.

Il resto del cast è altrettanto meritevole di plauso per la qualità e intensità delle performance, nonostante la sceneggiatura offra ben poche occasioni e approfondimenti.

“Charley Thompson” è sicuramente un film che lascia allo spettatore, coinvolto ed esausto alla fine del lungo viaggio di Charley, diverse emozioni. Ma anche l’impellente desiderio di trovare un cornetto rosso da stringere.

 

Il biglietto da acquistare per “Charley Thompson” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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