“Cercando Camille”: viaggio nella memoria di un padre

Un film dall'impianto narrativo classico, che unisce al road movie una storia d'amore superflua

Un film di Bindu De Stoppani. Con Anna Ferzetti, Luigi Di Berti, Nicola Mastroberadino,  Alessandro Tedeschi, Ivan Sgarbossa. Drammatico, 93’. Svizzera, 2017

Camille decide di partire con il padre malato di Alzheimer, per un viaggio nella sua memoria. Attraverso i ricordi sbiaditi del genitore, dovrà imparare a lasciarlo andare, per non perdere la possibilità di costruirsi una vita propria e di essere felice.

 

Esiste una scadenza per conoscere e apprezzare il proprio padre? Potremmo rispondere che finché c’è vita c’è speranza, e che non è mai troppo tardi per provare a risolvere un rapporto conflittuale. Eppure, cinicamente parlando, ci sono molti casi in cui neppure un evento luttuoso riesce a portare il sereno…

“Cercando Camille” di Bindu De Stoppani, presentato ad Alice nella città, sezione Panorama Italia, è una storia positiva, di quelle che regalano la speranza che anche nel mondo disilluso e anaffettivo di oggi possa germogliare qualcosa di buono.

Nonostante un impianto narrativo piuttosto classico, che unisce al road movie usato come espediente per raccontare le dinamiche del rapporto tra la protagonista e il padre una storia d’amore superflua, il film ha una sua brillantezza.

Se la storia funziona, molto si deve alla convincente alchimia tra Anna Ferzetti e Luigi Di Berti, capaci di trasmettere al pubblico sincere emozioni.

La regia di De Stoppani è semplice, lineare, magari di taglio televisivo, ma comunque dotata della giusta sensibilità per mettere in scena una storia che parla prima di tutto di sentimenti.

Insomma, “Cercando Camille” è il film perfetto per tutti quei padri – e quei figli – che credono di essere ormai fuori tempo massimo per ricucire un rapporto. Datevi una possibilità e non gettate la spugna! Tutto è possibile.

 

Il biglietto da acquistare per “Cercando Camille” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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