di Federico Oggioni

 

Quando ero piccolo c’era una cosa che mi piaceva molto fare: prima di addormentarmi mi perdevo tra i titoli della mia piccola libreria personale, fantasticando sui personaggi e sulle storie, cercando di ricordarmi le trame dei racconti che avevo letto.

Adesso sono cresciuto, la libreria in camera purtroppo non ce l’ho più, ma non per questo ho smesso di essere un appassionato di libri.

Nonostante le previsioni catastrofiche, il booklover non è un tipo in via di estinzione, tutt’altro. Lo dimostrano il proliferare di nuove iniziative, parchi a tema e chi più ne ha più ne metta a lui dedicati. Uno degli ultimi esempi? I Book&Bed nipponici.

Ospiti nelle stanze del Book&Bed di Tokyo.

Il concept, nato a Tokyo ma già in via di espansione, è semplice ma innovativo: il Book&Bed è mezzo ostello, mezzo biblioteca. Qui si può dormire, certo, ma sono i libri il cuore di tutto.

Letti singoli o matrimoniali, bagni in comune, prezzi modici e soprattutto una libreria ben fornita a completa disposizione degli ospiti.

Le “stanze”, se così le possiamo chiamare, sono loculi in perfetto stile giapponese, molto simili a quelli dei Capsule Hotel, e sono di due tipi: i Bookshelf, dove il letto è nascosto dietro la libreria e l’immersione è completa, e i RiverView, con vista sugli scaffali pieni di libri.

Lo spazio è poco, i letti – a detta degli stessi proprietari – non sono molto comodi, ma l’esperienza è sicuramente unica.

La libreria del Book&Bed di Tokyo, tutta in legno e con pratiche scalette per entrare nelle stanze e per la consultazione dei libri sugli scaffali più alti, conta oltre 1700 volumi di vario genere, con un’ampia sezione dedicata a Comics, Manga e Anime.

I libri non sono in vendita, ma a disposizione degli ospiti 24 ore su 24. Nella struttura ci sono anche spazi di lettura, comodi divani, wifi gratuito.

Vi abbiamo incuriositi? Date un’occhiata al sito, molto ben fatto, minimal, in perfetto stile giapponese. Qui potrete prenotare il vostro viaggio, e questa volta “dormire in mezzo ai libri” non sarà più soltanto un modo di dire – o un sogno.

 

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