Biennale di Venezia | Venezia Classic | Break up – L’uomo dei cinque palloni

Un film di Marco Ferreri. Con Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Catherine Spaak. Commedia, 85’. 1965

Marcello Mastroianni e Catherine Spaak in una scena.
Marcello Mastroianni e Catherine Spaak in una scena.

Una delle novità di questa 73° edizione della Mostra è stata la scelta del direttore Alberto Barbera di creare una nuova sezione, “Venezia Classic”, dedicata ai grandi capolavori del cinema internazionale in versione restaurata.

La storia produttiva di “Break up – L’uomo dei cinque palloni” è già di per sé interessante. Quando nel dicembre del 1964 il regista Marco Ferreri consegnò la pellicola al produttore Carlo Ponti, quest’ultimo, poco convinto del prodotto finale, decise di ridurlo a un episodio di mezz’ora del film “Oggi, domani e dopodomani”.

Solo nel 1968 Ponti e Ferreri ricomposero il rapporto, e il regista rimise mano al film che fu poi venduto in America. Nel 1969 la pellicola uscì solo in Francia in versione integrale, e fino a oggi è stato proiettato solamente in qualche festival di nicchia. Grazie al lavoro del Museo del Cinema di Torino e di altri enti, il film è stato restaurato e presentato in anteprima a Venezia.

Mario (Marcello Mastroianni) è il ricco proprietario di una fabbrica di caramelle e sta per sposarsi con Giovanna (Catherine Spaak).

A scuotere la sua vita lavorativa e amorosa terribilmente piatta un episodio: dopo aver raccolto uno dei palloncini utilizzati come gadget pubblicitario, Mario inizia a chiedersi fino a che punto un palloncino possa essere gonfiato prima di esplodere. Per risolvere l’arcano si rivolge a diversi esperti, ma nessuno ha la risposta, e questo lo porterà a perdere il lume della ragione…

Discutere del talento e del carisma di Mastroianni è fuori discussione. Nel 2016 ricorre il ventesimo anniversario dalla scomparsa dell’attore romano e la proiezione di “Break up” è uno degli omaggi che la direzione del Festival ha scelto di tributargli.

Catherine Spaak è una spalla perfetta, che coniuga una bellezza folgorante a un’interpretazione indolente e genuina, adatta a raccontare le donne dell’epoca ancora legata ai vecchi schemi.

Un film, quello di Ferreri, che inizia come una commedia tradizionale per poi virare verso il grottesco e approdare infine alla tragedia greca, quando il protagonista si ritrova solo e disperato nella sua ricerca di verità.

“Break up” è una spietata analisi della superficialità della società capitalista: quando Mario smette di produrre e, per la prima volta nella vita, si pone un interrogativo che non abbia niente a che fare con il fare più soldi, ne rimane annichilito. Il film è anche una parabola della mancanza di comunicazione nella società moderna.

Nonostante le ambizioni drammaturgiche la pellicola perde forza e freschezza nel corso della storia, diventando di difficile comprensione, eccessivamente allegorico e pieno di criptiche metafore. Lo spettatore, se da una parte non può che apprezzare le interpretazioni e la regia, dall’altra fatica a trovare una chiara identità al film.

Dopo aver visto “Break up”, comunque, gonfiare un palloncino non sarà più la stessa cosa.

 

Il biglietto da acquistare per “Break up – L’uomo dei cinque palloni” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio (con riserva); 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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