Tutti fuori e dentro Londra – compresi voi, cari lettori italiani, che state scorrendo questo articolo – stanno aspettando che il 61° BFI London Film Festival inizi.

Il grande pubblico freme nell’attesa di vedere quei grandi ponti di velluto rosso, che per undici giorni si snodano tra Leicester Square a Southbank, riempirsi di registi e attori famosi, tirati a lucido per la grande competizione.

Gli amanti dei film, invece, sono già appostati nei luoghi di interesse, a informarsi e a comprare i biglietti per completare la loro missione di undici giorni, tra grandi storie e personaggi su pellicola. Stretti agli immancabili taccuini e con i computer sottobraccio, i giornalisti hanno già cominciato ad assaporare la multietnicità del festival di Londra.

Al BFI Southbank, il cuore pulsante della kermesse, alcuni reporter si affrettano ad annotare idee e impressioni del dopo film, mentre altri s’ingegnano o per trovare pace sugli scomodi divanetti o per risolvere il mistero di quel puzzle a incastro che è la tabella di marcia della scaletta di proiezioni stampa e incontri, stilata ad hoc – o così dovrebbe essere – per loro.

 

IL TRIONFO DELLA MUTLICULTURALITÀ

È proprio sfogliando il programma che si scopre come siano la multiculturalità e l’arte del ridefinire a farla da padrone quest’anno al festival. In una Londra ancora imbronciata per la Brexit, il London Film Festival si apre a film che ridefiniscono le immagini della donna, dell’altro, dell’amore, dell’omosessualità, del diversamente abile e dell’amicizia.

Sulla scia di pellicole come “La teoria del tutto” o “Quasi amici”, il film d’apertura della kermesse, “Breathe” di Andy Serkis, parla di quell’amore che non muove solo il sole e le altre stelle, ma anche chi nella malattia si trova prigioniero del proprio corpo.

Si continua con “La battaglia dei sessi” di Jonathan Dayton e Valerie Faris, con Emma Stone, che ricostruisce la narrativa tipica dei film sullo sport portando all’attenzione del grande pubblico il leggendario match di tennis King-Riggs del 1973, un trionfo dell’uguaglianza.

Il festival di Londra trova anche spazio per discutere l’immagine dell’altro, con film, da tenere sott’occhio, come “Angels wear white” (Cina) e “Beyond the Cloud” (India), che si contendono il premio più ambito, o “Before Summer Ends”, un on the road con protagonisti tre amici iraniani in esplorazione della Francia.

Ma non sono solo i grandi temi e le grandi storie a contribuire a questo trionfo della multiculturalità. Il BFI, infatti, si apre anche al privato, e lavora sulle storie intime di uomini e donne alle prese con il dolore e l’amore, in tutte le sue forme, fino alla totale dissoluzione. In questo filone rientrano sicuramente “The Cakemaker”, “Journeyman”, “Mudbound”, “The Lovers”, “You were never really here” e “The Meyerowitz Stories”.

 

A PROPOSITO DELL’INVIATA

Dopo ben due paragrafi spesi a raccontare cosa aspettarsi e cosa aspettare, di questo London Film Festival, mi chiedo: e tu, Federica, cosa ti aspetti? Io sono qui, al mio computer, divisa tra le mail scambiate con gli organizzatori e gli appunti sulla miglior strategia per affrontare la ricca programmazione. In mano una penna, un taccuino e la mia inseparabile “Bibbia”, la guida del BFI 2017.

Più che aspettarmi qualcosa di preciso, attendo, incantata dalla magia del festival, di imbarcarmi nella mia prima avventura come inviata di Parole e Colori.

Ma, soprattutto, spero, articolo dopo articolo, di avvicinare voi lettori alle emozioni e sensazioni di questo festival, perché possiate vivere il cinema così come lo si vive, qui, a Londra: un’occasione per incontrarsi, per conoscersi, e, soprattutto, per creare un momento di condivisione, sia delle nostre somiglianze, sia – soprattutto – delle nostre differenze.

 

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Federica Gamberini
Bolognese di nascita, cittadina del mondo per scelta, rifugge la sedentarietà muovendosi tra l’Inghilterra (dove vive e studia da anni), la Cina, l’Italia e altre nazioni europee. Amante della lasagna bolognese, si oppone fermamente alla visione progressista che ne ha la signorina Lotti, che vorrebbe l’aggiunta della mozzarella. Appassionata di storie, nel tempo libero ama leggere, scrivere, guardare serie TV e film, e partecipare a quanti più eventi culturali possibile.

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