“Beyond the sun”: intervista semi seria al caporedattore Turillazzi

Il film evento di Alice nella città, voluto da Papa Francesco, riuscirà ad avvicinare i giovani alla fede?

Un film di Graciela Rodriguez Gilio, Charlie Mainardi. Con Kyle Breitkopf, Emma Duke, Cory Gruter-Andrew, Aiden Cumming-Teicher, Sam Duke. Drammatico, 90′. Italia, 2017

Una storia di avventura per famiglie, in cui i bambini provenienti da culture diverse emulano gli apostoli alla ricerca di Gesù nel mondo che li circonda. Il film sarà edificante ed è destinato ad impegnarsi spiritualmente e incoraggiare il pubblico di tutte le età a trasmettere le parole di Gesù, di comprenderle e indurre a vivere una vita migliore, facendo buone scelte e aiutando gli altri.

 

Lo so, caro lettore, ti aspetteresti di leggere un straccio di giudizio sul film evento della 15° edizione di Alice nella città, “Beyond the sun” dei registi Graciela Rodriguez Gilio e Charlie Mainardi, che annovera nel cast niente meno che sua santità Papa Francesco, autore di un breve ma inteso cameo. Sono desolato, ma è più urgente questa intervista.

Cara Roberta, quali motivazioni ti hanno spinta a imporre al tuo storico inviato Vittorio De Agrò di vedere e recensire “Beyond the sun”? Eri forse curiosa – come giornalista o credente – di sapere in che modo Papa Francesco avesse dato il suo contributo a questo progetto?

Roberta, dopo aver letto la sinossi e inserito il titolo nella lista, sul tuo volto è per caso apparso un ghigno stile Joker? Già immaginavi che, tra tutti gli inviati, solo Vittorio, ovvero io, avrebbe avuto il coraggio di recarsi in sala, e quindi pregustavi le mie riflessioni ciniche su questo progetto nobilissimo, ma fondato su una sceneggiatura esile e banale?

Volevi sapere come giovani e volenterosi attori fossero stati costretti dalla sceneggiatura e dai registi a interpretare personaggi involontariamente comici e grotteschi, recitando improbabili battute e sostenendo surreali e fastidiosi dialoghi spirituali, assai lontani dal mondo giovanile di oggi?

Eri curiosa di sapere se De Agrò, per spirito di servizio, avrebbe resistito almeno un’ora in sala, prima di scappare via? E pensavi che, durante quell’ora, si sarebbe sentito di chiedere scusa per conto degli sceneggiatori ai suoi catechisti, vista la loro pallida e sbiadita trasposizione?

Volevi forse capire se una pellicola ideata, scritta e sponsorizzata dal Papa in persona potesse davvero riavvicinare i fedeli giovani alla Chiesa e farli interessare alla dottrina cattolica? Ma allo stesso tempo temevi di leggere dal resoconto come, nonostante lo sforzo dell’ufficio stampa, la sala accogliesse per la proiezione solo pochi e coraggiosi spettatori?

Cara Roberta, giunta a questo punto credi che io ti stia facendo delle domande retoriche e volutamente ironiche su una pellicola degna di essere menzionata solamente per la bella decisione dei produttori di devolvere ogni profitto a un progetto di solidarietà infantile in Argentina?

Mentre tu rispondi alle mie domande, il sottoscritto ripassa un po’ di catechismo, azione sicuramente più utile che scrivere una recensione di “Beyond the sun”.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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