“Arabesque”: il nuovo romanzo della serie dell’Allieva di Alessia Gazzola

Alice Allevi tra libera professione, enigmi da risolvere e le inevitabili disavventure sentimentali

I libri di Alessia Gazzola con protagonista Alice Allevi sono, bene o male, una garanzia. Dopo tante avventure e disavventure del medico legale romano pasticcione chi legge ha già idee molto precise su cosa aspettarsi da lei… e lei non delude.

In “Arabesque” la ritroviamo finalmente specializzata, pronta a lanciarsi nel mondo del lavoro – o meglio, a tentate il concorso per ottenere il Dottorato di ricerca in medicina legale e poter quindi tornare al suo amato/odiato Istituto. Archiviata definitivamente la storia con Arthur, Alice divide l’appartamento con il fratello fotografo Marco.

Se c’è qualcosa che torna costantemente nei romanzi, oltre ai casi da cui Alice si lascia coinvolgere un po’ troppo, è Claudio Conforti, CC, quasi 40enne dalla personalità vagamente inquietante.

Sì perché se in passato era stata lei il personaggio che mi aveva lasciata con più dubbi sulla caratterizzazione – troppo teatrale, troppo infantile, troppo melodrammatica – stavolta è lui quello che, dal mio punto di vista, non è credibile.

Non mi fraintendete, i libri della Gazzola sono piacevoli da leggere, sono scorrevoli, a tratti sono anche divertenti. I casi non sono mai troppo complessi, la soluzione la si può quasi sempre indovinare fin dalle prime battute, ma da libri che mescolano romance e giallo in salsa italiana non è che ci si possano aspettare delle trame alla Agatha Christie.

Quello che fin dall’Allieva mi ha fatto nascere su queste storie grandissimi punti di domanda sono le caratterizzazioni dei personaggi, in particolare dei protagonisti, Alice e Claudio. Diciamolo chiaramente: i due sono credibili solo come personaggi di un libro, si comportano come solo dei personaggi immaginari potrebbero fare. Nella realtà, oso sperare, di persone così non ne esistono.

Se in passato lei mi aveva convinto meno di tutti, stavolta la palma di “peggiore” spetta sicuramente a lui. Claudio ha quasi 40 anni, è un professionista stimato a livello mondiale, una sorta di luminare nel suo campo. E si comporta – a livello personale e sentimentale – come un pazzo scatenato!

Vi farò un solo esempio per supportare la mia tesi – e anche per non fare eccessivi spoiler sulla trama di “Arabesque”. Claudio parte per un convegno di 7 giorni a San Francisco, arrabbiato con Alice, con la quale ha iniziato da qualche tempo una sorta di relazione. Durante i 7 giorni Alice prova a contattarlo diverse volte per parlare con lui di QUESTIONI DI LAVORO – e specifica che si tratta di questo, nei suoi messaggi. Lui risponde a malapena. Quando si rivedono a lavoro lui sbotta in modo indecente, facendole una vera e propria scenata perché… non gli ha parlato della suddetta questione di lavoro subito ma ha fatto sì che gliene parlassero altri!

Ora io dico: a Claudio sono sfuggiti i tentativi di Alice di contattarlo? I suoi messaggi? Cosa può spingerlo ad accusarla di averlo tradito, di essere in malafede, una persona senza principi in poche parole? Una reazione del genere è fuori luogo, incredibile. Ancora di più se si pensa che non è frutto dell’ira del momento, di una situazione estemporanea, ma della mente di un uomo maturo che ha avuto giorni – o quanto meno oltre 12 ore di volo – per riflettere sulla cosa.

La risposta è che Claudio è un personaggio immaginato così, una prima donna che non può uscire dalla traccia, che non può reagire come farebbe una persona reale perché non è una persona. È fatto di carta, e solo sulla carta esiste.

E visto che stiamo parlando della carta, lasciatemi dire che se lui è eccessivo, a tratti indisponente, è Alice che gli permette di fare il buono e il cattivo tempo, accettando, senza opporsi, tutti i suoi eccessi. Anche i romanzi leggeri e senza grosse pretese allora possono insegnare qualcosa d’importante… Donne, sveglia! Nessuno può permettersi di farvi sentire piccole piccole, di sminuire la vostra autostima e offendervi senza il vostro permesso. Perché purtroppo l’allieva lo dimostra: siamo noi, rispondendo “Io lo amo” a offese senza senso, a dare peso e potere a questi uomini – reali o immaginari che siano!

 

SCONSIGLIATO. PUNTO DI DOMANDA. . CONSIGLIATO. IMPERDIBILE

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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