Amy Adams ha conquistato la giuria del Giffoni Film Festival con piccoli-grandi gesti, come le mani chiuse a forma di cuore, ed è riuscita nell’incredibile missione di ammutolire la sala, tutta concentrata in un silenzio estatico.

L’attrice americana ha risposto come di consueto alle domande del pubblico.

Come si affronta il mondo dello spettacolo, in modo particolare i “no”?

Non sono mai stata una brava a fare i provini – ha raccontato la Adams – ma ho capito che non bisogna mai prenderla sul personale né rimuginarci sopra, ma voltare pagina, ricominciare da zero senza smettere mai di studiare e di crederci. E ve lo dice una che da giovane era timida… anzi che lo è tuttora”.

Amy Adams in una scena del film “Arrival”. (2016)

Mentre prova a continuare a rispondere si emoziona, raccontando il suo amore per l’Italia.

“Scusate, in prima fila c’è mia figlia e sta provando a farmi ridere a tutti i costi. Per inciso, l’ho chiamata Aviana in onore al vostro splendido paese dove sono nata e dove tuttora mi sento a casa. Qui la gente ti apre le porte della sua abitazione e t’invita a cena anche se ti conosce appena e tu non ti senti a disagio ad accettare. Ecco perché non vedevo l’ora di venire a Giffoni e di ritornare prestissimo”.

E con quale criterio, invece, sceglie i ruoli da interpretare?

“Ora che sto invecchiando è importante per me scegliere storie che possano aiutare la gente, qualcosa che lasci il segno”.

Tra i ruoli che l’hanno toccata di più un posto di primo piano lo riserva all’ultimo lavoro, “Arrival”, dove parla con gli alieni da esperta semiologa.

Amy Adams ha poi ricevuto il Giffoni Experience Award.

Amy Adams nella commedia “American hustle” (2013)

“Il messaggio di questo lavoro – ha spiegato – è la promozione del senso di unità tra i popoli in un periodo in cui non si fa che parlare di guerra. Lo so, sono un’idealista ma davvero spero ci si renda conto che i conflitti non ci stanno portando da nessuna parte e che dobbiamo trovare un modo di comunicare. Lo dico per voi, per le nuove generazioni che si affacciano alla vita e vedervi qui a Giffoni, tutti insieme, mi sembra un ottimo primo passo in questa direzione, in voi ripongo tutte le mie speranze”.

E, a proposito di desideri e sogni per il futuro, almeno uno lo vorrebbe realizzare, anzi due.

Mi piacerebbe cimentarmi nuovamente in un musical e vorrei lavorare ancora con Patty Jenkins (regista dell’acclamato “Wonder Woman” con Gal Gadot, ndr), una delle prime registe con cui ho collaborato nella mia carriera, una donna di grandissimo talento”.

Il legame con il mondo dei supereroi è più forte e vivo che mai. A fine anno la Adams tornerà infatti a vestire i panni della reporter Lois Lane accanto al suo Superman (Henry Cavill) in “Justice League”, che riunisce tutti i personaggi DC Comics più famosi, Batman incluso.

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