Un film di Antonio Manetti, Marco Manetti. Con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso, Raiz, Franco Ricciardi. Musical, 134’. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 5 ottobre 2017

 

Gentile Alberto Barbera, torno a scriverle a distanza di pochi giorni dalla mia prima lettera di questa Venezia 74 perché cosi mi impone la mia onestà intellettuale.

Questa volta devo farle i mie complimenti per il coraggio mostrato nel portare in concorso “Ammore e malavita” dei Manetti Bros., vedendoci potenzialità narrative, stilistiche e recitative capaci di scuotere, sorprendere ed entusiasmare pubblico e critica – e che ci auguriamo sappia cogliere anche la giuria.

Questo sì che è un film che può segnare un risveglio del cinema italiano, un piccolo, grande gioiello che eleva i Manetti ad autori e registi non più di genere o di nicchia ma di ampio respiro.

Due anni fa con il riuscito “Song ‘e Napule”, rivelazione al box office, i due romani avevano dato prova di saper raccontare Napoli e i napoletani da una prospettiva originale che andava oltre i soliti cliché, oggi con “Ammore e malavita” hanno ridato smalto – o come hanno tenuto a sottolineare in conferenza, continuità – alla sceneggiata napoletana, mescolando musical e crime.

Se qualcuno vedrà nel film influenze del successo dello scorso anno “La La Land”, ahinoi, prenderà un abbaglio, perché come hanno dichiarato i Manetti a nostra precisa domanda, loro il film di Chazelle sono tra i pochi a non averlo nemmeno visto. E comunque “Ammore e malavita” era pronto ben prima che quello arrivasse nelle sale.

Comunque – non ce ne vogliano Marco e Antonio – noi tendiamo a concordare con il produttore Rai Cinema Paolo Del Brocco: il film è un po’ la risposta nostrana al musical a stelle e strisce, con tanti elementi positivi che lo faranno apprezzare dal pubblico.

Don Vincenzo (Buccirosso) e Donna Maria (Gerini). Ammore e malavita (2017)

Intanto la colonna sonora è davvero coinvolgente e orecchiabile, parte integrante di una sceneggiatura lineare, ben scritta, profonda, che spazia dalla parodia di “Gomorra” nello spassoso prologo alle riprese di film cult come “Johnny Stecchino” e “Kill Bill” in scene davvero divertenti fino alla messa in evidenza del lato criminale di Napoli, mostrato in tutta la sua violenza attraverso la danza.

Ma insomma, di cosa parla “Ammore e malavita”?

Ciro (Morelli) è un temuto killer napoletano, insieme all’amico fraterno Rosario (Raiz) al servizio di Don Vincenzo (Buccirosso) e della sua astuta e appassionata cinefila, Donna Maria (Gerini). Fatima (Rossi), invece, è una giovane infermiera dall’animo sognatore.

Giampaolo Morelli è Ciro, uno spietato killer innamorato. Ammore e malavita (2017)

Due mondi diametralmente opposti, destinati però a incontrarsi quando una notte in ospedale, per sbaglio, Fatina si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato, diventando testimone oculare della finta morte di Don Vincenzo, organizzata dalla moglie per ingannare i nemici.

A Ciro viene quindi ordinato di sbarazzarsi di lei, ma lui non può farlo in quanto innamorato di Fatima fin da ragazzino. L’unica soluzione è tradire i suoi datori di lavoro, uccidendo chi lo vuole morto.

Inizia così una lotta senza quartiere tra gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del Golfo, dove si alternano scene da commedia, violenza, amore e morte, il tutto a suon di musica.

Lo spettatore, così come è successo lo scorso anno con “La La Land”, uscirà dalla sala canticchiando, sorridente.

Caro Direttore, grazie ancora per averci fatto questo bel regalo.

 

Il biglietto da acquistare per “Ammore e malavita” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre (con riserva)

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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