Al cinema: Youth – La giovinezza

Youth - La giovinezza, locandinaUn film di Paolo Sorrentino. Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Jane Fonda, Paul Dano. Drammatico, 118′. 2015

 

Ci sono vari modi per affrontare la vecchiaia: c’è chi la combatte, chi la esorcizza, chi la teme, chi la subisce passivamente. Ma esattamente, al di là del logorio fisico, che cosa significa e comporta davvero questa età della vita?

Paolo Sorrentino, dopo “La Grande Bellezza”, sceglie di raccontare un tema assai spinoso, ma anche delicato ed estremamente soggettivo.

Lo spettatore viene condotto in un bel resort in Svizzera dove conosce l’anziano e apatico Fred Ballinger, importante maestro di musica (Michael Caine) che ha scelto di ritirarsi dalle scene e di vivere in un isolamento più emozionale che sociale. Un isolamento dovuto anche alla perdita dell’amata moglie, e all’insensibilità della figlia Lena (Weisz) stressata dall’improvvisa separazione dal marito.

Compagno di solitudine di Ballinger è il vecchio amico Mick (Keitel), famoso regista ora in declino, determinato però a firmare il suo film capolavoro, un testamento artistico da lasciare ai posteri.

La vita al resort scorre lenta, come bloccata nel tempo e nello spazio. I due amici, tra una passeggiata nei boschi e una sauna, dialogano e riflettono sulle rispettive vite. A dividerli un approccio completamente diverso sul modo giusto per vivere il loro “finale di stagione”.

“Youth” non è un film sulla malinconia, come ha scritto qualche critico, semmai è un film su come vivere le emozioni nelle diverse età dell’uomo. Uomo che, a ben vedere, invecchia davvero solo quando smette di emozionarsi.

Un testo filosofico e intimistico, per questo forse un po’ troppo statico e lento nello sviluppo e con un intreccio narrativo che se convince solo in parte, conferma comunque il talento creativo e il tocco del Sorrentino regista.

La coppia Caine-Keitel si rivela solida, esperta e nel complesso riuscita, ma non riesce però a dare al film quel quid in più che ci si poteva aspettare da questi 2 “magnifici” attori.

Incisiva è invece la breve apparizione di Jane Fonda nel ruolo della vecchia attrice ancora ambiziosa – l’ intensa scena con Keitel è da manuale del cinema. Il resto del cast svolge il compito assegnato con discreta bravura senza però incantare.

Se il finale musicale di “Whiplash” era rock, vibrante e forte, Sorrentino ci regala una variazione lenta, in apparenza drammatica e soprattutto meno coinvolgente sul tema. Invitandoci però a riflettere su un punto: sono le emozioni il vero elisir di lunga vita.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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