Al cinema: The girl in the photographs

Un film di Nick Simon. Con Kal Penn, Christy Carlson Romano, Katharine Isabelle, Kenny Wormald. Horror, 2015

The girl in the photographs, poster

The Girl in the photographs” è un omaggio al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense Wes Craven, recentemente scomparso. Questo horror è stato infatti il suo ultimo film prodotto.

Anche in questo caso, purtroppo, il genere ha rappresentato un limite per il vostro cronista. Un tempo ero un vero appassionato, oggi invece, avvicinandomi al pensionamento, questo tipo di storie ha su di me un effetto soporifero.

Non si può negare che fare paura al pubblico è più complicato che farlo partecipare, ad esempio, a una commovente storia d’amore. Lo spettatore non ama mostrare le proprie debolezze, quindi gli sceneggiatori devono dare prova di vera maestria per farlo capitolare, senza però cadere nel ridicolo o nel grottesco.

“The girl in the photographs” è un film piuttosto semplice, sia nella scrittura sia nell’intreccio. Si susseguono personaggi e scene già ampiamente viste nei film horror – ad esempio il rapimento e poi il brutale assassinio di una ragazza da parte di due maniaci incappucciati.

La particolarità sta nel fatto che la coppia di assassini ha l’abitudine di fotografe le vittime ormai decedute. Nell’epoca dei selfie fuori controllo e di Instagram, potevano mancare gli assassini con la passione per la fotografia?

I due maniaci iniziano a tormentare una giovane commessa, inviandole le macabre foto “artistiche”. La ragazza, impaurita, chiede aiuto alla polizia ma senza risultato.

Le immagini suscitano anche la curiosità di un importante fotografo di moda che decide di tornare nel suo paese natio insieme con alcuni amici, per emulare l’assassinio. Una scelta, manco a dirlo, infelice che ben presto si rivelerà fatale per il gruppo.

La seconda nota positiva del film, la novità, è senza dubbio il finale. Lo spettatore non assiste infatti al solito cliché della morte del maniaco di turno e alla salvezza della ragazza, ma con feroce ironia gli autori invitano il pubblico a moderare l’uso dei social network e a riflettere su questo esibizionismo senza freni di cui oggi siamo tutti vittime, perché si può correre il rischio di trasformarsi da esibizionisti in vittime.

Ci piace pensare che il finale, senza dubbio riuscito, sia l’ultimo tocco di genio dell’amato e spaventoso Wes.

 

Il biglietto d’acquistare per “The girl in the photograph” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di Pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.


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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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