Al cinema | Split

Un film di M. Night Shyamalan. Con James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Jessica Sula, Haley Lu Richardson. Thriller, 147’. 2017

Lo aveva già affermato Luigi Pirandello nel 1925, con il celebre romanzo “Uno, nessuno e centomila”: la mente umana è un terreno sconfinato, dove è estremamente semplice smarrirsi.

Siamo abituati a pensare che ciò che distingue le persone le une dalle altre è la personalità, ma siamo davvero sicuri di averne soltanto una? La psicologia e i manuali raccontano di casi di personalità multiple, di persone in cui convivono molteplici anime, talvolta in contrasto.

“Split” del regista e sceneggiatore M. Night Shyamalan, presentato in anteprima all’ultima Festa del cinema di Roma, parte da questo inquietante interrogativo: siamo davvero certi di sapere chi siamo?

Kevin (McAvoy) ha mostrato ben 23 personalità alla sua psichiatra, la dottoressa Fletcher (Buckley), eppure ne rimane ancora una nascosta, che attende solo di materializzarsi e dominare tutte le altre.

Il rapimento di tre adolescenti, tra cui Casey (Taylor-Joy), ragazza molto attenta e ostinata, da il là a una duplice lotta per la sopravvivenza: nella mente di Kevin, tra tutte le personalità che vi convivono, e intorno a lui.

James McAvoy in una scena del film. 2017

“Split” sulla carta ha tutti gli ingredienti per essere un thriller psicologico avvincente, cupo e originale.

Purtroppo le buone premesse non vengono mantenute. Shyamalan, cercando di stupire ad ogni costo, finisce per creare un prodotto ibrido e pasticciato, che manca di una chiara identità narrativa e confonde lo spettatore più che comunicargli qualcosa.

Il film parte in quinta con un rapimento, ma poco a poco si trasforma in un “one man show” tutto giocato sulle capacità di James McAvoy, che ricorda per trasformismo il primo De Niro e si conferma volto promettente di Hollywood.

Il finale, invece, fa l’occhiolino al genere horror, ma più che paura, a farla da padrona è la confusione.

La regia di M. Night Shyamalan è come di consueto creativa, visionaria, capace di creare un’atmosfera tesa e cupa, ma qui perde smalto e vivacità sin dalle prime battute, smarrendosi in questo pantano narrativo.

Nonostante il mezzo passo falso, Shyamalan resta uno degli autori più interessanti degli ultimi anni, portavoce di quella diversità che rende l’uomo, allo stesso tempo, speciale, mostruoso e unico.

 

Il biglietto da acquistare per “Split” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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