Al cinema | The ring 3

Un film di F. Javier Gutierrez. Con Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Aimee Teegarden, Vincent D’Onofrio, Laura Wiggins, Bonnie Morgan. Horror, 102′. 2016

Premessa fondamentale: chi scrive questa recensione ha dallo scorso settembre, dopo averla vista alla Biennale di Venezia nel deludente “L’estate addosso” di Gabriele Muccino (qui la recensione) una cotta “artistica” e una simpatia umana per Matilda Lutz.

Nonostante abbia promesso al mio caporedattore di essere sempre obiettivo e sincero nello scrivere recensioni, quindi, stavolta faccio coming out professionale e riconosco che il pezzo è parzialmente influenzato dai miei sentimenti. Ognuno ha i propri limiti.

“The Ring 3” di F. Javier Gutierrez merita di essere visto, a mio parere, solo ed esclusivamente per la bella, tenace e volenterosa performance della giovane Lutz, che qui interpreta Julia, fidanzata di Holt, che al college viene coinvolto dal suo professore di biologia nella folle ricerca del segreto dell’immortalità, sfidando la maledizione di Samara e della misteriosa videocassetta.

Chi ha amato la saga di The Ring – la versione originale giapponese, poi il remake americano in due episodi – si metta il cuore in pace in partenza e prima di entrare al cinema prenda un Malox, si eviterà fastidiosi bruciori di stomaco durante la visione.

Matilda Lutz in una scena del film. 2016

Lo avrete capito, leggendo nemmeno tanto tra le righe, il film è una delusione.

Persino il titolo è fuorviante: non si tratta infatti di un sequel delle prime due pellicole quanto di un reboot pasticciato e confuso, che non ha il fascino né l’incisività dei precedenti, e non crea in chi guarda nessuna attesa.

La sceneggiatura, che si sforza inutilmente di unire la vecchia saga con un nuovo inizio, presenta evidenti limiti sul piano della costruzione. La storia si protrae per quasi due ore in modo soporifero, a tratti irritante, senza che ci sia spazio per un approfondimento dei personaggi o uno sviluppo.

La regia è pulita, semplice, ma senza particolari guizzi creativi.

Matilda Lutz, con coraggio e personalità, si carica sulle spalle l’intero film, cercando al meglio delle proprie possibilità di rompere la monotonia e prevedibilità della storia, ma riuscendoci purtroppo solamente in parte.

“The Ring 3” lascia nello spettatore due sole certezze: la Lutz è un’attrice da tenere d’occhio per il futuro, e i produttori di questa pellicola dovrebbero preoccuparsi di ricevere una visita di Samara, furiosa più che mai per essere stata coinvolta in questa operazione meramente commerciale.

 

Il biglietto da acquistare per “The Ring 3” è: 1)Neanche regalato (con riserva); 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre. 





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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