Al cinema: Regali da uno sconosciuto – The gift

Un film di Joel Edgerton. Con Jason Bateman, Rebecca Hall, Joel Edgerton, Beau Knapp, David Denman. Drammatico, 108′. 2015

the gift, locandina

Il passato è passato, la sola cosa che si può fare è guardare avanti. Questo, almeno, secondo le persone più ottimiste. Eppure molto spesso i traumi e gli atti di bullismo subiti ai tempi della scuola rimangono ferie aperte, anche nel presente.

Di bullismo, oggi, si sente parlare con sempre maggiore insistenza, tra casi di cronaca, campagne di sensibilizzazione, dibattiti. Ma il bullo, crescendo, prende davvero coscienza di ciò che ha fatto? E la vittima cova vendetta nei confronti di chi lo ha perseguitato o riesce a mettersi tutto alle spalle?

Vendetta e peso del passato sono i due temi cardini di Regali da uno sconosciuto – The gift, film d’esordio alla regia di Joel Edgerton, che propone al pubblico un thriller psicologico, ispirandosi al maestro del genere Alfred Hitchcock, e nel complesso non sfigurando nel confronto.

Come in ogni thriller che si rispetti, la prima parte della storia serve a presentare allo spettatore i personaggi. Simon (Bateman) e Robyn (Hall) sono una coppia unita e serena, da poco trasferitasi in una nuova città dopo che la donna ha vissuto un tragico aborto. Simon è un manager ambizioso, assunto da un’importante società e determinato a ottenere una promozione.

Un giorno, per caso, i due incontrano Gordon (Edgerton), ex compagno di scuola di Simon, che inizia lentamente a insinuarsi nella vita della coppia. All’apparenza non sembra esserci niente di male in questo, ma per Simon la presenza dell’altro è invadente e inquietante. I regali di Gordon finiscono per creare tensioni tra Robyn e Simon, perché lei ritiene eccessivo il comportamento del marito, che vuole chiudere quanto prima i rapporti con l’altro.

Il film è costruito in maniera bipartita. Nella prima parte – scontata, lenta e prevedibile – lo spettatore ha l’impressione che il cattivo sia Gordon, la coppia la vittima; nella seconda, però, il regista capovolge la prospettiva a 360°, spiazzando chi guarda e cambiando i punti di riferimento. Ci si trova a domandarsi chi sia l’innocente da salvare e chi invece il colpevole.

La scelta di raccontare l’evolversi della storia, e anche il cambio di prospettiva, attraverso gli occhi di Robyn è azzeccata e convincente. C’è il giusto mix di pathos ed emozione, e un ritmo incisivo e avvolgente, anche se più nella seconda parte del film.

La sceneggiatura è ben scritta, articolata, capace di regalare colpi di scena e attenta nel costruire il lato psicologico dei personaggi e soprattutto le diverse sfumature caratteriali.

Sono degni di un plauso per le loro convincenti, intense e credibili interpretazioni sia Joel Edegerton sia Rebecca Hall. Merita una menzione in più Jason Bateman, per la capacità camaleontica di stupire sia come marito ideale sia come bullo prepotente e odioso.

Il finale, aperto e cupo, è ben costruito e funzionale a sottolineare la legge del contrappasso di dantesca memoria che si conferma valida e applicabile anche quando si parla di un tema moderno come il bullismo.

 

Il biglietto d’acquistare per “Regali da uno sconosciuto” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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