Al cinema: La ragazza senza nome

Un film di Luc e Jean-Pierre Dardenne. Con Adele Haenel, Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione, Thomas Doret. Drammatico, 113’. 2016

la fille inconnue

Dopo “I, Daniel Blake” di Ken Loach (qui la recensione) anche i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne portano al Festival di Cannes un film che racconta le storture del mondo della sanità, questa volta francese, “La ragazza senza nome” (La fille inconnue).

Rispetto alla pellicola di Loach, la prospettiva qui è quella della giovane dottoressa Jenny Davin (Haenel). Lo spettatore entra nella placida e un po’ monotona routine di una persona dedita completamente alla sua professione. Jenny, infatti, vive per i malati.

La sua vita cambia quando, una sera, non apre la porta dello studio a una paziente. La donna, una prostituta, viene poco dopo brutalmente uccisa e quando la polizia comunica la notizia a Jenny lei è travolta dai sensi di colpa.

Sentendosi responsabile della morte della sconosciuta, Jenny vuole scoprirne almeno il nome, per darle poi una dignitosa sepoltura. Il film affianca così, al versante più strettamente medical, una sorta di indagine stile “Signora in giallo”. Il doppio registro narrativo, purtroppo, non aiuta a dare una marcia in più sul piano del ritmo, che risulta davvero compassato.

L'attrice Adele Haenel a Cannes con i fratelli registi Luc e Jean-Pierre Dardenne
L’attrice Adele Haenel a Cannes con i fratelli registi Luc e Jean-Pierre Dardenne

La sceneggiatura è ben scritta, lineare, razionale, ma davvero povera di pathos, e non riesce a suscitare sincere emozioni nello spettatore.

La stessa regia dei Dardenne, per quanto tecnicamente inappuntabile, risulta fredda e statica, incapace di modificare l’incedere troppo lento del racconto.

Nono conoscevo Adele Haenel, ma onestamente, al di là dell’impegno e della professionalità, la sua non sembra una performance memorabile. Il compito non era semplice – tenere per due ore inchiodato allo schermo lo spettatore con un personaggio schivo, noioso, monocorde -, servivano carisma e personalità fuori dal comune, e l’attrice francese li mostra solo a tratti.

Nel finale turbolento la ricerca di Jenny si conclude, permettendo alla dottoressa di tornare alla propria missione, la cura dei malati.

 

Il biglietto da acquistare per “La fille inconnue” è: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio (con riserva); 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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