Al cinema | Il cliente (The salesman)

Un film di Asghar Farhadi. Con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Farid Sajadi Hosseini, Mina Sadati. Drammatico, 124’. 2016

Titolo originale: Forushande

Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti in una scena del film. (2016)
Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti in una scena del film. (2016)

L’onore e il rispetto altrui sono ancora valori imprescindibili nella nostra società? Possono arrivare a contare più della legge e della giustizia? Da siciliano mi sento di dire che è possibile, sebbene difficile, far coesistere i due piani.

Nella nostra società sempre più amorale e nichilista certi valori sono visti come un inutile, e superato, retaggio del passato. Eppure ci sono Paesi in cui questi costituiscono ancora le fondamenta, in positivo e negativo, della società. Ad esempio l’Iran.

Lo so, caro lettore, l’Iran non è il primo nome che viene in mente quando si vuole parlare di democrazia. Anzi, trattandosi in effetti di una teocrazia, molto spesso i principi e i diritti legati al concetto stesso di libertà qui vengono negati. Ma facciamo un piccolo sforzo di prospettiva, e proviamo a chiederci se la mentalità iraniana, che ci sembra oscurantista e retro’, non abbia in comune più di qualche punto con quella di noi italiani, per quanto ci decantiamo moderni ed emancipati.

Il regista Premio Oscar Asghar Farhadi con il suo ultimo film “The Salesman”, presentato in anteprima al Festival di Cannes, racconta in maniera asciutta, lineare ma allo stesso dirompente le contraddizioni del suo popolo.

Il regista Premio Oscar Asghar Farhadi.
Il regista Premio Oscar Asghar Farhadi.

Allo spettatore viene mostrata una coppia di giovani sposi, composta da Hosseeini (Hosseini), di professione maestro, e Rana (Alidoosti). I due vivono una vita semplice ma all’insegna della modernità; si dilettano di recitazione nel tempo libero, non sono fanatici religiosi né conservatori accaniti e sognano di avere una famiglia numerosa.

Da un giorno all’altro sono però costretti a lasciare la casa pericolante dove vivono. Grazie all’aiuto di un collega attore marito e moglie si sistemano, senza saperlo, nell’abitazione appartenuta in passato a una donna di dubbia moralità; una situazione che avrà gravi conseguenze per Rana, aggredita brutalmente da uno sconosciuto.

L’incidente, oltre a procurare alla donna un comprensibile trauma emotivo, minerà la serenità della coppia. Hosseeini desidera infatti vendetta e non esita a denunciare l’accaduto alle autorità, per poter lavare l’onta subita; Rana, dal canto suo, divisa tra la vergogna e il dolore per la violenza subita, non vorrebbe compiere alcun passo ufficiale, necessitando solo del sostegno del suo uomo.

Farhadi con una scrittura puntale, precisa e chiara delinea in maniera impeccabile la mentalità e i costumi della società iraniana, dove le apparenze sono più importanti dello stato di diritto. La donna, anche se profanata, picchiata, violentata, viene ritenuta corresponsabile dell’accaduto solo per il fatto di aver aperto la porta di casa, e l’uomo, più che di consolare, sente l’urgenza di dimostrare alla società di aver fatto di tutto per preservare onore e integrità morale.

La protagonista femminile Taraneh Alidoosti. (2016)
La protagonista femminile Taraneh Alidoosti. (2016)

“The Salesman” è un film dalla forte valenza sociale, ma anche psicologica – con la sua capacità di delineare la contrapposizione delle reazioni psicologiche di vittima, parenti e carnefice.

La pellicola, liberamente ispirata alla pièce teatrale di Arthur Miller “Morte di un commesso viaggiatore”, risente in qualche modo della struttura narrativa di quest’ultima, con un taglio che appare più teatrale che cinematografico anche sul piano del ritmo e del pathos narrativo.

Se il premio alla sceneggiatura consegnato ad Asghar Farhadi è nel complesso condivisibile, a mio avviso convince meno la Palma d’oro come miglior attore a Shahab Hosseini. Altri nomi sarebbero strati degni di maggiore considerazione. Anche quello della protagonista femminile Taraneh Alidoosti, davvero intensa nel ruolo non facile di una donna divisa tra rigide tradizioni e dolore personale.

Il finale è spietato e intenso, anche se forse troppo lungo ed eccessivamente caricato nella costruzione e nell’atmosfera teatrale, e dimostra la difficoltà per le vittime di violenza e per le famiglie di ritrovare la serenità perduta. In Iran, ma anche negli altri paesi del mondo.

 

Il biglietto da acquistare per “The Salesman” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto (con riserva); 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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