Al cinema: Cell

Un film di Tod Williams. Con John Cusack, Samuel L. Jackson, Isabelle Fuhrman,  Stacy Keach, Griffin Freeman. Azione, 98′. 2016

Tratto dal romanzo omonimo di Stephen King

cell, locandina

Quanto tempo trascorriamo, mediamente, al cellulare, davanti al computer, sui social network ogni giorno? Quante volte, in 24 ore, controlliamo i nostri dispositivi? Quella dalla tecnologia è diventata oggi una vera dipendenza, da cui non possiamo, né vogliamo, liberarci.

Lo smartphone soprattutto è diventato una sorta di prolungamento della nostra persona, un oggetto senza il quale non sapremmo vivere, che ci condiziona e ci influenza.

Stephen King, nel 2006, scrisse “Cell” immaginando proprio che un’apocalisse potesse originarsi dall’uso malsano e fuori controllo dei cellulari. Personalmente non ho letto il romanzo, ma vedendo in anteprima l’adattamento cinematografico diretto da Tod Williams sono rimasto colpito e angosciato.

In un giorno qualsiasi, lo spettatore osserva il traffico di passeggeri nell’aeroporto di Boston. C’è chi si appresta a partire, chi è tornato da un viaggio: tutti hanno un cellulare tra le mani. È appena rientrato in città anche Clay Riddle (Cusack), brillante scrittore di grafic novel.

L’uomo non vede l’ora di comunicare telefonicamente all’ex moglie e al figlio i successi lavorativi, quando improvvisamente intorno a lui si scatena il caos. Le persone sembrano impazzite, colte da un raptus di follia omicida che le porta ad aggredire chiunque si pari loro davanti.

Riddle assiste sconvolto a violenze e sopraffazioni, che trasformano rapidamente l’aeroporto prima e l’intera città poi in un campo di battaglia, dove i morti si contano a migliaia. Lo scrittore si rende conto che sono proprio i cellulari ad aver trasformato gran parte della popolazione in zombie e si mette allora sulle tracce della sua famiglia, accompagnato da Tom McCourt (Jackson), autista di metrò, e dalla giovane Alice (Fuhrman).

“Cell” è un film cupo, angosciante, simbolico che racconta in maniera riuscita come la nostra società sia diventata egoista, consumista fino all’eccesso e indifferente alle sorti del prossimo. Al centro della scena, se si guarda oltre gli scontri e il macabro, c’è una feroce critica dell’uomo moderno, ormai privo di ideali e di morale.

La prima parte della pellicola è sicuramente la più riuscita sia per pathos che per ritmo narrativo. Lo spettatore si sente toccato dall’atmosfera apocalittica, di smarrimento e paura costruita da autori e sceneggiatori. La seconda parte, invece, è più debole. Il testo non riesce più ad avere una sua identità e si perde in un sottobosco intellettivo e spirituale poco chiaro e poco affascinante.

La regia di Tod Willians è nel complesso solida e lineare, riesce a comunicare paura e critica sociale, anche se nella parte finale del film appare meno centrata, forse anche a causa di un testo troppo criptico.

John Cusack e Samuel L. Jackson formano una coppia artistica esperta, schietta ma affiatata. Magari nessuno dei due regala performance da Oscar ma sono sicuramente adeguati al compito.

Se è vero che il cinema insegna, chissà che dopo aver visto”Cell” lo spettatore non ponga un freno all’uso smodato del cellulare, date le terribili conseguenze che potrebbero venire da queste epidemia di tecnologia…

 

Il biglietto da acquistare per “Cell” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio (con riserva); 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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