Al cinema | 150 milligrammi

Di Emmanuelle Bercot. Con Sidse Babett Knudsen, Benoît Magimel, Charlotte Laemmel, Isabelle de Hertogh, Lara Neumann. Drammatico, 128’. 2016

Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto. […]

Così si apre il giuramento di Ippocrate, che ogni medico è chiamato a pronunciare prima d’iniziare l’esercizio della sua professione. Una formula di fedeltà alla medicina, ma soprattutto un impegno nei confronti dei pazienti, da mettere al di sopra di tutto.

Leggendo le cronache quotidiane saremmo purtroppo portati a pensare che molti professionisti dimenticano in fretta quanto promesso, inseguendo i propri interessi più che il bene pubblico.

Fortunatamente esistono ancora persone moralmente oneste, che vogliamo credere siano la maggioranza, che credono in questa professione, vedendola come una sorta di vocazione laica.

“150 milligrammi” di Emmanuelle Bercot da modo allo spettatore di conoscere la storia vera di Irène Frachon, pneumologo dell’ospedale universitario di Brest, che nel 2009 scoprì un legame fra l’assunzione del farmaco Mediator e il decesso di alcuni suoi pazienti.

Dopo aver sottoposto la scoperta al gruppo di ricerca farmacologico della struttura, la dottoressa Frachon decise di chiedere all’Agenzia francese del farmaco di ritirarlo dal commercio. Iniziò così una guerra fra il piccolo team bretone, il Ministero della Salute e il colosso farmaceutico.

Sidse Babett Knudsen in una scena del film. 2016

Irène Frachon è interpretata dall’intensa Sidse Babett Knudsen che mette in scena con forza e personalità una donna, prima ancora che un medico, che come una novella Don Chisciotte combatte senza paura, nonostante le minacce e la solitudine, per la salute dei pazienti.

La scelta drammaturgica e registica di Emmanuelle Bercot di raccontare un caso di mala sanità francese è coraggiosa, interessante e incisiva, anche se forse troppo didascalica in alcuni momenti e magari diluita in altri.

Lo spettatore segue con discreto interesse le varie tappe della battaglia di Irène e del suo gruppo, indignandosi di fronte al muro di gomma delle autorità, muro che crollerà solamente alla fine di un lungo e faticoso assedio.

“150 milligrammi” è un film sferzante, duro e al contempo, per certi versi, positivo per chi ancora crede nei medici. Il film risulta forse troppo lungo e non troppo ritmato, ma comunque nel complesso godibile, coinvolgente, ricco di emozioni.

Irène Frachon esercita ancora oggi la sua professione, integrità e grinta intatte, e questa consapevolezza lascia nello spettatore la speranza d’incrociare sulla propria strada, qualora ne avesse bisogno, tanti dottori come lei.

 

Il biglietto da acquistare per “150 milligrammi” è: 1)Neanche regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.





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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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